La chiamano l'autostrada fantasma e nella mente degli italiani sta prendendo il posto dell'eterna incompiuta Salerno-Reggio Calabria. Parliamo della Tirrenica, prevista sulla carta come corridoio europeo dal 1968 e ancora di là da venire. Perché? Perché manca il Commissario: i soldi ci sono, ma sono fermi così come i piani e i progetti. Il Parlamento, infatti, ha stanziato 150 milioni di Euro a dicembre, ma il commissario non arriva e il consiglio dei Lavori pubblici non ha sbloccato il tracciato perché manca l'ok dell'Europa.
Ennesimo ritardo, dunque, per quest'opera che ha i soldi in pancia ma non c'è ancora. Secondo quanto scrive Il Tirreno, i 150 milioni, infatti, sono a disposizione per finanziare in parte la superstrada che porta da San Pietro in Palazzi ad Ansedonia. Il finanziamento è stato stanziato a fine 2021 e potrà essere speso a 2 condizioni. La prima è che i progetti, che sono ormai vecchi di 5-6 anni, siano ancora utilizzabili; seconda condizione, che il piano economico finanziario che regge l'operazione sia considerato sostenibile dall'Ue.
Secondo l'ultima versione, parlando di Tirrenica parliamo di una superstrada a 4 corsie, in sicurezza, che elimina gli incroci a raso nel Grossetano, garantendo il collegamento in continuità fra Ansedonia e Tarquinia, dove attualmente si ferma (da sud) l'autostrada vera e propria, ed escludendo, di fatto, la costa toscana dalla grande velocità su gomma. Nonostante il fatto che la progettazione, ormai, abbia 54 anni, non pochi dunque, l'infrastruttura ha ancora poco o nulla di definito. Anche perché, di mezzo adesso ci sono alcune liti: è in corso, infatti, la definizione di un accordo fra Anas e Sat per il passaggio della (ex) Tirrenica dalla società autostradale, che è l'attuale gestore, alla società di Stato che dovrà realizzare il corridoio.
La trattativa è stata condotta con Autostrade per l'Italia che controlla quasi per intero il capitale di Sat, ma è stata rallentata dalla tragedia del ponte Morandi a Genova. Il Governo ha inserito nella Legge di bilancio 150 milioni per la Tirrenica, quota che doveva finanziare la compensazione chiesta da Sat allo Stato e facilitare il passaggio dell'infrastruttura: invece, i soldi serviranno per pagare parte dei lavori. Ma manca il Commissario che gestisca la cosa: atteso per settembre dell'anno scorso, con nome già noto, ossia l'amministratore delegato di Anas (Aldo Isi), assumerà l'incarico in modo automatico, non appena verrà firmato il contratto di Programma 2021-2025 fra Anas e ministero dei Lavori pubblici. Contratto che, peraltro, doveva essere firmato l'autunno scorso e che invece non c'è ancora.
Non è tutto, perché manca anche un'altra cosa: il parere che un ufficio della Commissione europea dovrebbe rilasciare a giorni sul piano economico-finanziario del nuovo progetto. L'Europa, in sostanza, deve dire se l'operazione è sostenibile da un punto di vista finanziario: il parere è atteso nel giro di poche settimane. Per cui, neanche questo c'è ancora. Manca altro? Sì, manca anche il parere del Consiglio superiore dei Lavori pubblici, organismo del ministero delle Infrastrutture che dovrebbe dire se il progetto della Tirrenica, elaborato alcuni anni fa sia ancora "utilizzabile", cioè se sia ancora realizzabile dal punto di vista tecnico. Parere che dovrebbe essere emanato a breve ma che ancora non c'è neppure lui.