Nemmeno la sostenibilità ambientale si salva dal momento di crisi. Anzi, il green entra nel novero delle soluzioni maggiormente cliccate dai truffatori per trarre proventi illeciti. La conferma arriva dal blitz contro quella che è stata definita la “banda degli imprenditori”. I carabinieri del Nucleo investigativo di Torino hanno eseguito una serie di provvedimenti emessi dal giudice per le indagini preliminari del tribunale. Nell'ambito dell'indagine i carabinieri, oltre a 13 perquisizioni, hanno eseguito 31 sequestri preventivi di altrettanti conti correnti in Italia e all’estero.
Destinatari dei provvedimenti sono imprenditori e commercialisti accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere dedita a frodi plurime, false fatturazioni, riciclaggio e usura. Il meccanismo delle truffe si basava sui certificati bianchi, il sistema entrato in vigore nel 2005, principale strumento di promozione dell’efficienza energetica in Italia: si tratta di titoli negoziabili che certificano il conseguimento di risparmi negli usi finali di energia attraverso interventi e progetti di incremento dell’efficienza energetica.
L’inchiesta, iniziata nel 2019 nei confronti di 115 indagati, ha portato gli inquirenti a ipotizzare che siano state create 25 società, grazie a complici o a documenti falsi: la banda degli imprenditori è riuscita a farsi erogare dal Gestore dei servizi energetici titoli di efficientamento energetico che, poi, venivano ceduti a società terze. In cambio i truffatori ricavavano un controvalore economico da circa 25 milioni di Euro.
I truffatori hanno anche ottenuto 50 milioni di Euro mediante l’acquisizione di crediti d’Iva e emissioni di fatturazioni inesistenti, da istituti finanziari e bancari. Tutto il denaro, secondo le accuse, veniva riciclato all’estero con l’acquisto di lingotti e monete d’oro e con prestiti a tassi usurai.