La Russia ha sanzionato la big tech statunitense Google per 363 milioni di dollari perché secondo il Cremlino avrebbe favorito la diffusione di "false informazioni". È la multa più pesante mai imposta ad un'azienda digitale oltre gli Urali. La decisione di Mosca rientra tra le iniziative della guerra di propaganda. Illustra l'inasprimento del controllo delle informazioni messo in atto negli ultimi mesi.
Secondo l'autorità russa per le telecomunicazioni, Roskomnadzor, il motivo della sanzione è legato al fatto che Google non ha rimosso i contenuti che parlavano di "guerra in Ucraina". Difatti, il Cremlino ha sempre parlato di "operazione militare" di "denazificazione" di Kiev. Tuttavia, la società ha abbandonato il mercato russo dopo l'inizio della guerra in Ucraina, quindi potrebbe non pagare mai.
Negli ultimi anni la Russia ha intensificato le pressioni contro i giganti digitali statunitensi: dalla piattaforma video YouTube accusata di non aver bloccato la "propaganda dell'estremismo e del terrorismo" sull'invasione in Ucraina, alle minacce ed al conseguente blocco dei social network Twitter ed Instagram.