A pochi giorni dalle elezioni parlamentari del 25 settembre, il ministro Roberto Cingolani presenterà un decreto per raddoppiare la produzione nazionale di gas naturale, in calo da 20 anni. Per farlo l'Esecutivo intende favorire le "trivelle" in mare aperto, tra il Mar Adriatico ed il canale di Sicilia, dove sono presenti metà delle riserve di idrocarburi del Paese, che secondo Assorisorse arrivano fino a 112 miliardi di metri cubi.
L’obiettivo del Governo è duplice. Il primo è quello di raddoppiare la produzione dagli attuali 3,35 miliardi di metri cubi l’anno ad almeno 7-8 miliardi. Secondo gli esperti ciò permetterebbe di recuperare almeno il 5% del fabbisogno annuo italiano e ridurre ulteriormente le forniture da Mosca.
Il secondo obiettivo è quello di destinare parte dell'energia alla piccola e media impresa energivora in difficoltà, che la acquisterà a prezzi calmierati. Una iniziativa finalizzata ad abbattere i rincari delle bollette. A tale scopo all'inizio è stata affidata la predisposizione di un bando rivolto per l'estrazione da giacimenti potenziati (2-3 anni) o riattivati (in 6-8 mesi). I termini per la presentazione delle offerte alla prima gara scade in settimana.
Da sempre favorevole alla ripresa dell'estrazione di gas dai giacimenti italiani, dopo l’invasione militare russa in Ucraina, Cingolani si è scontrato a lungo con la contrarietà delle comunità locali. Adesso però, in campagna elettorale ha trovato il sostegno di Italia Viva e Fratelli d'Italia, che ritengono si debba agire in tal senso.