L’Ue è al lavoro per raggiungere l’obiettivo di un’economia climaticamente neutra entro il 2050 e preme l’acceleratore affinché i trasporti siano ad emissioni zero. E non fa sconti a nessuno. In un comunicato del 4 ottobre si legge che il Parlamento si è riunito e ha discusso sulla quantità di stazioni di ricarica per i veicoli elettrici e ad idrogeno, sulla quale si è già pronunciata la Commissione Ue. Le proposte riguardano l’alimentazione alternativa di auto, camion, treni, aerei e navi, e sono state formalizzate in una bozza di testo che dovrà essere approvata.
A Strasburgo è stato proposto di installare colonnine per la ricarica di auto elettriche ogni 60 km entro il 2026; stessa cosa varrebbe per camion ed autobus, ma solo sulle reti Ten-T centrali. Per questi mezzi più pesanti inoltre si è parlato di realizzare due stazioni di rifornimento in parcheggi sicuri e protetti. La Commissione è stata più cauta, e ha previsto la costruzione di una sola colonnina nelle aree di sosta entro il 2031. Sul fronte dell’idrogeno, gli eurodeputati suggeriscono di distribuire i pool di ricarica ogni 100 km entro il 2028. Anche qui la Commissione propone un intervento meno incisivo: stazioni ogni 150 km entro il 2031.
Sui combustibili marittimi sostenibili, l’obiettivo ambizioso del Parlamento è ridurre le emissioni di gas serra per step: - 2% dal 2025, - 20% dal 2035 e - 80% dal 2050. Inoltre dal 2030 le navi portacontainer e passeggeri elettriche dovranno ricaricarsi quando sono ormeggiate al porto. Per garantire l’osservanza di questi principi, gli eurodeputati si sono detti favorevoli all’uso di sanzioni economiche, i cui ricavi saranno reinvestiti in decarbonizzazione del settore.
Le proposte così presentate devono ancora essere approvate dal Parlamento, che dovrà poi confrontarsi con i governi Ue per capire con quale strumento legislativo formalizzarle. Ciò che si evince da questi dati è che l’obiettivo della decarbonizzazione dei trasporti è sicuramente ambizioso, ed il Parlamento ci sta lavorando con solerzia; tuttavia una domanda sorge spontanea: se le proposte verranno confermate, quale sarà la fattibilità di questi interventi sul lungo periodo, anche e soprattutto dal punto di vista finanziario?