L'aeronautica italiana sta giocando in queste settimane un ruolo centrale nelle missioni di ''air policing'' per il controllo dei cieli sul mar Baltico. Si tratta infatti di un'area calda al confine tra Europa e Russia, dove gli aerei militari italiani si levano quasi ogni giorno in volo per un cosiddetto "scramble", ossia il decollo rapido in risposta alla presenza di aerei fuori rotta o non identificati.
''Siamo un po' la polizia del cielo: in generale significa dover intervenire quando un velivolo civile o militare non rispetti le regole di navigazione del diritto internazionale. Per esempio, aiutiamo a ristabilire il contatto radio, a verificare che il velivolo si attenga alla rotta prestabilita ma, nel nostro caso, soprattutto controlliamo gli spazi aerei della Polonia sulle acque internazionali. Se, come accaduto, vi entrano aerei stranieri -e quasi sempre sono quelli con la stella rossa sulla coda, quindi russi- verifichiamo quanti sono, dove si posizionino e perché'', spiega il comandante della Task Force italiana, il colonnello Salvatore Florio, intervistato dal quotidiano "La Ragione".
"Ci sono esercitazioni navali e assetti della Nato. L'intelligence ci parla di un'intensificazione dell'attività non tanto sull'intera l'area baltica, da San Pietroburgo alla Danimarca, quanto a ovest di Kaliningrad'', l'exclave russa in cui c'è un'altissima tensione e dove il giugno scorso la Lituania aveva deciso di bloccare il corridoio di Suwalki.