Secondo il vicepresidente del M5S, Mario Turco, coordinatore del Comitato Economia, imprese e lavoro «La crisi dell’automotive in Italia è il simbolo del fallimento industriale del Governo Meloni»..
«La produzione è in calo costante, gli stabilimenti Stellantis lavorano a singhiozzo e i lavoratori vivono tra cassa integrazione e incertezza, mentre l’esecutivo si limita ad annunciare 600 milioni di incentivi per l’acquisto di auto elettriche, come se bastassero i bonus a rilanciare un intero settore in crisi. Serve una strategia industriale seria, non una politica dei pannicelli caldi. Il Governo se la prende con il Green Deal, ma non comprende che la direzione globale è ormai tracciata: non basterà cancellare le norme europee per risollevare un comparto produttivo abbandonato da anni».
Turco sottolinea che «la transizione ecologica dell’automotive non può essere affidata al caso o alla convenienza elettorale del momento. Servono investimenti pubblici e privati nella filiera delle batterie, nella componentistica e nella ricerca, vincoli occupazionali per le imprese che ricevono fondi pubblici e un piano nazionale di formazione e riconversione professionale per i lavoratori».
«Con questa manovra – conclude Turco – il Governo continua a finanziare la domanda, ma lascia morire l’offerta produttiva, mentre l’Italia scivola sempre più ai margini della transizione europea. Senza una politica industriale organica rischiamo di perdere un settore strategico e decine di migliaia di posti di lavoro, a partire dagli stabilimenti del Sud, come Melfi, cuore dell’automotive nazionale, oggi costretto a lavorare a ritmi ridotti tra promesse mancate e incertezze produttive».