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Sicurezza nel Sahel mette a rischio i trasporti marocchini

Convogli scortati e rotte alternative: la nuova arteria Laayoune–Mauritania come via d'uscita

I professionisti del trasporto internazionale su gomma segnalano un peggioramento della sicurezza nel Sahel, con il Mali al centro di crescenti criticità che impattano direttamente i convogli marocchini diretti verso l’Africa subsahariana. La chiusura delle frontiere terrestri tra Mali e Mauritania —nonostante l’esistenza di passaggi informali— e l’intensificarsi di attacchi da parte di gruppi armati su alcune arterie mettono sotto pressione il flusso merci, aumentando tempi di percorrenza, costi operativi e rischio per gli autisti. 

Le organizzazioni sindacali marocchine del settore richiamano l’attenzione sui comportamenti di rischio: ai conducenti viene consigliato di evitare la guida notturna, pianificare rotte sicure, privilegiare convogli scortati e mantenere collegamenti permanenti con i centri di controllo logistico. Queste misure sono viste come palliative in attesa di un miglioramento complessivo della stabilità regionale. 

Tra gli operatori, Mustafa Chaoun —presidente dell’Unione africana delle Organizzazioni di trasporto e logistica multimodale— evidenzia le difficoltà operative dovute alla chiusura dei valichi ufficiali e sottolinea la speranza riposta nell’apertura della nuova infrastruttura che collegherà Laayoune alla Mauritania. Secondo Chaoun, questa alternativa stradale, ormai in fase avanzata, dovrebbe offrire un corridoio più sicuro e competitivo, riducendo i tempi di transito e i costi di esercizio e rafforzando i legami commerciali tra il Marocco ed i mercati dell’Africa occidentale. Anche Al-Sharqi Al-Hashemi, segretario generale dell’Unione generale dei professionisti del trasporto nazionale ed internazionale, indica l’instabilità sulle arterie maliane come fonte di forte preoccupazione per gli autisti marocchini impegnati nei traffici verso l’Africa occidentale. In assenza di soluzioni politiche e di sicurezza a breve termine, il settore punta su rotte alternative e su protocolli operativi più stringenti per limitare l’esposizione ai rischi.

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