Con il decreto del ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, che favorisce i sistemi per la conversione dei motori diesel a biocarburanti puri, l’Italia sceglie un approccio pragmatico nella decarbonizzazione dei trasporti, che premia le tecnologie Made in Italy all’avanguardia nel comparto. A poche settimane dall’appello che, in occasione di "Ecomondo", la filiera dell’automotive ha lanciato a favore di una strategia pragmatica, basata sul mix energetico, il Gruppo biodiesel di Assitol esprime soddisfazione per il provvedimento, appena pubblicato in Gazzetta ufficiale, sottolineando gli effetti positivi che avrà sul settore.
Grazie al provvedimento del Mit, infatti, sarà possibile installare sistemi di trasformazione sui veicoli a motore diesel, ovvero la maggioranza di quelli circolanti, consentendo così l’impiego del biodiesel anche in purezza e rendendo sostenibili i mezzi che adotteranno queste tecnologie. La conversione a biocarburanti puri avrebbe grandi vantaggi in termini ambientali: riduzione di CO2 fino al 90% e, nel caso del biodiesel Fame B100, abbattimenti del particolato (Pm10), fino al 60% rispetto al diesel fossile.
L’Italia produce ogni anno 800 mila tonnellate di biodiesel da materie prime certificate sostenibili, come l’olio da cucina usato, i residui ed i sottoprodotti da grassi animali, e dispone delle competenze necessarie per puntare su questo biocarburante. Grazie a questo cambio di passo, oltre alla tutela della filiera automotive, diventa realistico salvaguardare anche il parco mezzi circolante.