La decisione di Alstom di sospendere lo sviluppo del treno ad idrogeno getta ombre sul piano regionale lombardo: secondo Dario Balotta di Europa Verde, la scelta di Regione Lombardia e Trenord si sta rivelando sempre più sbagliata, onerosa ed inefficiente.
Balotta avverte che la tecnologia ad idrogeno rischia di restare superata prima ancora di consolidarsi sul mercato. Il nodo economico è rilevante: Trenord avrebbe acquistato, senza gara, 14 convogli in due tranche a circa 12 milioni di Euro ciascuno —una valutazione che Balotta definisce quasi tripla rispetto ad un equivalente treno elettrico— esponendo la flotta a costi di capitale (Capex) elevati. Con Alstom che sospende il programma, la Lombardia potrebbe trovarsi priva di ricambi e dell’assistenza post-vendita fondamentale per la manutenzione e l’affidabilità operativa. Le esperienze estere non sono incoraggianti: l’intervento sui treni ad idrogeno in Bassa Sassonia nell’estate 2022 —sostituiti con mezzi diesel e a batteria per problemi ricorrenti— è citato come campanello d’allarme sui rischi di affidabilità e disponibilità del servizio. Anche il lotto destinato alla linea Brescia–Iseo–Edolo sembra in difficoltà: il singolo esemplare giunto al deposito di Rovato non ha avviato le prove previste in primavera.
Infine conclude che il programma, il cui onere complessivo viene stimato in almeno 400 milioni di Euro, rischia di tradursi in uno spreco di risorse pubbliche senza apportare miglioramenti tangibili per i pendolari della Valle Camonica e dell’intera regione. La critica è chiara: occorre rivedere strategie di approvvigionamento e verificare la sostenibilità tecnico-economica prima di consolidare ulteriori impegni.