Il 2026 bussa già alle porte e la Formula 1 entra in una fase d'incertezza: la rivoluzione regolamentare — con nodi ancora caldi sulla gestione dei propulsori — ha acceso tensioni tra i team e cambia profondamente le priorità in pista e nel box.
I primi test in pista, a porte chiuse a Barcellona dal 26 al 30 gennaio, sono l'antipasto di una stagione in cui i team scaldano motori e strategie: le squadre torneranno ufficialmente al lavoro all'inizio del mese e, da metà gennaio, cominceranno a svelare monoposto o, talvolta, solo le nuove livree —scelta già praticata da Red Bull e Racing Bulls. Dietro ad ogni grafica c'è un equilibrio tecnico-commerciale. Le livree nascono mesi prima della loro comparsa reale, su modelli Cad e simulazioni televisive: è una partita che mette insieme aerodinamica, peso, marketing e visibilità degli sponsor. Designer e brand manager negoziano costantemente tra creatività e vincoli: ogni film di vernice o strato di vinile aggiunge massa e può alterare il flusso d'aria, quindi le scelte estetiche impattano i decimi sul cronometro. Non sorprende che la progettazione inizi prima dell'ultima gara dell'anno precedente per chi vuole evitare sorprese. L'esempio dei Racing Bulls, passati da un blu acceso ad un bianco dominante su direttiva aziendale, mette in luce il conflitto tra identità visiva ed imposizioni interne: il team ha dovuto ripensare pattern, posizionamento dei tori e variazioni per mantenere dinamismo e leggibilità da tutte le angolazioni. Il quadro normativo si fa più stringente: le nuove monoposto saranno più corte e con superfici differenti, e dal 2026 la Fia richiede che almeno il 55% delle superfici visibili, viste dall'alto e di lato, sia ricoperto da vernice o sticker, limitando il ricorso al carbonio nudo. Una restrizione che obbliga creativi e ingegneri a ricominciare il lavoro, cercando l'armonia tra estetica, regolamento e prestazioni.