Incomincia a pesare il business elettrico di Amazon. Il primo trimestre 2022 mostra, infatti, risultati in perdita: per la prima volta da 7 anni la regina dell'e-commerce ha chiuso il periodo gennaio-marzo con un rosso di 3,8 miliardi di dollari, pari a oltre 3,6 miliardi di Euro di perdita contro gli 8 miliardi di profitto che avevano caratterizzato lo stesso periodo del 2021. Sui risultati pesa anche la perdita da 7,6 miliardi riconducibile all’investimento nell’azienda di produzione di auto elettriche Rivian, anche se la colpa maggiore del rosso è da addebitare soprattutto al rincaro dei carburanti che rendono più costose le consegne e a politiche retributive più generose per attrarre lavoratori.
Amazon vede ricavi saliti da 108 a 116 miliardi di dollari ma deve registrare anche anche i costi, passati da 99 a 112 miliardi: i costi sono aumentati soprattutto negli Stati Uniti, passando da 60 a 70 miliardi di dollari mentre nel resto del mondo il rialzo non arriva al miliardo. Ad allarmare gli investitori, a questo punto, è il dato sul flusso di cassa che segna un meno 18,6 miliardi nei 12 mesi conclusisi a marzo contro un flusso positivo di 26 miliardi nello stesso periodo dell’anno prima.
Il risultato non è piaciuto per niente al mercato che, a Wall Street, ha punito il titolo nell'ultima seduta di venerdì scorso con un crollo verticale del 14,05%. Questo anche perché il dato negativo è stato ben al di sotto delle attese degli analisti dal momento che è stata registrata una perdita di capitalizzazione di circa 200 miliardi di dollari: dopo il tracollo, in poche ore, il valore della partecipazione del fondatore Jeff Bezos si è ridotta di 13 miliardi di dollari. La società spiega in una nota che "pandemia e guerra in Ucraina hanno reso il contesto particolarmente sfidante".
Dicevamo che una parte del rosso deriva dal personale: Amazon ha assunto 780.000 dipendenti negli ultimi 2 anni per far fronte al boom delle vendite on line, attestato a un +39% solo nel 2020, per colpa (o merito) della chiusura degli esercizi commerciali tradizionali a causa delle misure di contenimento della pandemia. A questo ha fatto seguito un incremento dei salari, con bonus per i nuovi assunti: la società, addirittura, pur di assicurarsi che i clienti ricevessero i pacchi in tempo, è stata disposta a far viaggiare furgoni semivuoti: ora che la domanda di commercio rallenta, anche gli incassi faticano a coprire i maggiori costi.
Non tutto è negativo, però, in Amazon. Continua, infatti, a tirare Aws, la divisione Amazon web services, cioè i servizi di cloud di cui la società è primo fornitore al mondo con Microsoft: la sezione ha garantito incassi per oltre 18 miliardi di dollari e un utile operativo di 6,5 miliardi, 2 miliardi in più di un anno fa, con un rialzo del 37%.