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A Rfi lo studio di fattibilità del ponte sullo Stretto

L'incarico dal Mims prevede un investimento di 50 milioni di Euro

Sono 50 milioni di Euro i soldi stanziati dal ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili guidato da Enrico Giovannini nel triennio 2021-2023 e destinati a Rfi per lo "studio" del ponte sullo Stretto. Tecnicamente, il ministero ha stanziato i fondi per studiare le "alternative progettuali per l’attraversamento stabile" dello Stretto di Messina: tradotto in parole povere, significa studiare la realizzazione di un ponte tra Calabria e Sicilia che si metta in contrapposizione all’attraversamento mobile, garantito dai collegamenti via mare.

In pratica, la società del gruppo Fs è stata incaricata di avviare una procedura a evidenzia pubblica per acquisire un documento di fattibilità tecnico-economica delle alternative progettuali. Questo, "in considerazione del necessario e preminente coinvolgimento di competenze progettuali connesse con il sistema ferroviario nazionale". Il documento dovrebbe tenere conto degli interventi ferroviari progettati nei territori calabresi e siciliani, per l’asse Salerno-Reggio Calabria sulle direttrici Palermo-Catania-Messina.

Come riporta Shippinitaly.it, sono parecchi gli elementi che lo studio dovrà indagare: oltre a quelli normativi e tecnici-esempio: il ponte avrà una o più campate?, ci sono aspetti che riguardano le preferenze dei futuri utenti e la loro "disponibilità a pagare per le diverse componenti della domanda potenziale di trasporto". Altri elementi da valutare riguardano gli impatti trasportistici delle soluzioni: un esempio sono i "risparmi di tempi e costi per viaggiatori e merci e modalità di trasporto". Da considerare anche aspetti come "l'impatto sociale, il welfare, l'equità".

Rfi dovrà anche analizzare le alternative che dovranno prevedere i raccordi con le reti terrestri di lunga percorrenza (autostrade e ferrovie) e con le due città metropolitane di Messina e Reggio Calabria. La società guidata dall'ad Vera Fiorani avrebbe già definito il cronoprogramma: il bando di gara dovrà essere emanato il 30 giugno e restare aperto fino al 27 dicembre, con la consegna documento di fattibilità delle alternative progettuali prevista per l’11 agosto 2023.

L’affidamento dell'incarico a Rfi è coerente con la relazione finale del gruppo di lavoro sul tema dell’attraversamento dello Stretto che era stato promosso dalla titolare dell’allora Mit, Paola De Micheli, poi presentata alla Camera e al Senato dall’attuale ministro Enrico Giovannini. I membri del gruppo di lavoro avevano concluso, infatti, che sussistessero "profonde motivazioni per realizzare un sistema di attraversamento stabile dello Stretto di Messina, anche in presenza del previsto potenziamento/riqualificazione dei collegamenti marittimi (collegamento dinamico)".

La commissione aveva suggerito, altresì, che la valutazione formale della utilità del sistema dei collegamenti avvenisse "al termine di un processo decisionale" che avesse come primo passo la redazione di un "documento di fattibilità delle diverse soluzioni tecniche possibili, da sottoporre ad un successivo dibattito pubblico".

L'indicazione primaria era stata quella "potenzialmente più conveniente di un'aerea a più campate", preferibile sia rispetto al ponte a una sola campata, sia rispetto alle ipotesi di tunnel sotterraneo, scartate per "l’elevato rischio sismico", la "mole di indagini geologiche, geotecniche e fluidodinamiche necessarie per verificarne la fattibilità tecnica", "l’eccessiva lunghezza" e la "presumibile durata degli approfondimenti necessari" in particolare per la soluzione in alveo per la quale, scriveva il gruppo di lavoro nella sua relazione, "mancano riferimenti ed esperienze".

Già a gennaio scorso si parlava di Rfi come destinataria dell'incarico, con tanto di mandato alla direzione generale di avviare il processo amministrativo, a valere sui fondi stanziati a tale scopo dalla Legge di bilancio per il 2021.

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