Per raggiungere l'obiettivo di limitare il riscaldamento globale a +1,5°C entro il 2030 le case automobilistiche europee dovrebbero incrementare di oltre il 13% l'attuale volume di vendite di veicoli elettrici: dall'attuale 44% nel primo trimestre del 2022 (nel 2021 era il 35%) al 57,5% delle vendite totali. Poi l'86% entro il 2050. Tuttavia, puntare sulla sola vendita di vetture a zero emissioni (a batteria, a idrogeno) potrebbe non bastare a raggiungere gli obiettivi globali.
È quanto emerge da una ricerca condotta dal centro studi francese Influencemap, specializzato in analisi economico-climatiche, che ha incrociato i dati sulla produzione globale di automobili dell'agenzia di rating Standard & Poor con i report dell'Agenzia internazionale dell'Energia (Iea, International Energy Agency).
Oggi la maggior parte delle case automobilistiche è lontana dal raggiungere l'obiettivo del 57,5% di auto elettriche vendute. Secondo il centro studi francese, soltanto la statunitense Tesla e la tedesca Mercedes-Benz hanno tagliato il traguardo. Oggi il trasporto su strada è responsabile di quasi il 20% delle emissioni di CO2, quindi è necessario agire.
Tuttavia, secondo le previsioni di produzione di Influencemap i produttori sono lontani dal raggiungere l'obiettivo. Questi i numeri: Bmw al 45% di produzione di auto elettriche, Volkswagen al 43%, Stellantis al 40%, Ford al 36%, Renault al 31%, General Motors al 28%, Hyundai al 27%, Nissan al 22%, Honda al 18%, Toyota al 14%. Le auto a batteria restano il segmento più dinamico dell'automotive, grazie a laute sovvenzioni e incentivi, ma alcuni mercati sono più lenti. Insomma, la battaglia climatica è di tutti o di nessuno.