La filiale statunitense di Fca ammette le colpe in merito al dieselgate. Davanti al governo di Washington la società ammette di aver venduto oltre centomila veicoli diesel dei modelli Jeep Grand Cherokee e Ram 1500 dotati di sistemi illegali: l'azienda avrebbe fatto questo per aggirare i test sulle emissioni. Fca, accetta comunque di pagare sanzioni penali per circa trecento milioni di dollari tra multa e rinuncia ai guadagni illeciti. “FcaUS ha messo in atto una truffa pluriennale per ingannare le autorità e i consumatori americani; l’ammissione di colpevolezza dimostra la nostra dedizione nel perseguire tutti gli illeciti aziendali”, sottolinea Kenneth A. Polite, viceprocuratore generale della divisione penale del Dipartimento. Il procedimento contro Fca era stato aperto a gennaio 2017: all’epoca, l’allora amministratore delegato Sergio Marchionne aveva definito le accuse “unadulterated hogwash”, ossia, tradotto, “str..zate allo stato puro“, come riporta Ilfattoquotidiano.it.
E invece si scopre che dalle ammissioni dell’azienda e dalle indagini svolte, come ricorda il Dipartimento, “FcaUS ha ideato una specifica campagna di marketing per vendere tali veicoli ai consumatori usa come clean Ecodiesel“, mentre aveva “installato software” e “intrapreso altre condotte fraudolente per aggirare i test regolatori e aiutare questi veicoli a rispettare gli standard di emissioni richiesti”.
Secondo un comunicato diffuso venerdì da Stellantis, il colosso automobilistico che include il marchio, “FcaUS ha raggiunto un accordo che risolve un’indagine penale del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti su 101.482 veicoli con motori diesel venduti negli anni dal 2014 al 2016. L’accordo -prosegue il comunicato-, soggetto all’approvazione del tribunale federale degli Stati Uniti, include una dichiarazione di colpevolezza, una multa da 96,1 milioni di dollari (pari a oltre 89,4 milioni di Euro) e un’ammenda di 203,6 milioni di dollari (pari a più di 189,5 milioni di Euro) sui guadagni derivanti dalla condotta”. Sempre l'accordo prevede che FcaUS sia soggetta a un periodo di sorveglianza di tre anni e collabori alle ulteriori indagini dell’amministrazione Usa sul Dieselgate.