Il volume delle vendite di automobili nuove in Russia continua a scendere a un ritmo preoccupante per l'intero settore: a maggio è stato registrato un calo dell'83,5% su base annua (-52% su aprile). È quanto emerge dai dati pubblicati dall'Associazione delle imprese europee (Aeb, Association of European Businesses), secondo cui sono stati venduti 24.268 nuovi veicoli, con immatricolazioni in media 5 volte inferiori rispetto ai Paesi europei.
Le cause sono molteplici. Non sono solo effetti delle sanzioni economiche comminate dai Paesi occidentali contro Mosca per la guerra in Ucraina. Tra i motivi scatenanti c'è l'inflazione arrivata a valori record: +17,8% ad aprile, quando i consumi dei russi diminuivano di quasi il 10% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. La produzione industriale è in rosso per la prima volta dall'inizio del conflitto nel febbraio 2022.
Il calo riguarda anche la produzione di autovetture che ad aprile è diminuita dell'85,4% rispetto a un anno fa. In questo caso il fenomeno è fortemente influenzato dalla guerra russo-ucraina, con le sanzioni che hanno costretto molti marchi stranieri a ritirarsi dalla Russia: interrompendo la fornitura di pezzi di ricambio e chiudendo alcune fabbriche. Il gruppo francese Renault, per esempio, ha venduto le sue attività nello stabilimento della casa automobilistica russa Avtovaz.
Secondo alcuni esperti il peggio deve ancora arrivare. Nei prossimi mesi l'impatto delle sanzioni diventerà sempre più visibile e si farà sentire sui redditi dei russi. Per questo motivo nei giorni scorsi il presidente russo Vladimir Putin aveva provato a rassicurare il Paese, dicendo che l'inflazione nel 2022 non supererà il 15% e annunciando aumenti delle pensioni, del salario minimo, degli assegni familiari. Tuttavia le aziende russe stanno già facendo un uso massiccio del lavoro su turni a orario ridotto, riducendo il salario.