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Sale ancora l'incidenza dei costi di trasporto sull'import-export

Per il secondo anno consecutivo l'aumento è del 3,3% sulle merci esportate e del 4,9% sulle importate

L'incidenza dei costi di trasporto sul valore delle merci esportate e importate dall'Italia è salita per il secondo anno consecutivo, rispettivamente al 3,3 e al 4,9%. Lo ha fatto sapere l'indagine della Banca d'Italia sui trasporti internazionali di merci dell'Italia relativa al 2021, secondo cui nei trasporti marittimi i rincari di entità eccezionale sono stati osservati nel comparto container: in particolare, a essere colpite sono le tratte dalla Cina e dagli altri paesi asiatici per le importazioni e quelle verso il Nord America per le esportazioni. 

Hanno contribuito ai rincari soprattutto le limitazioni dal lato dell'offerta: una su tutte, la difficoltà nel reperimento dei container e la congestione nei porti. Altro driver di aumento dei costi sono stati gli squilibri geografici della domanda di carico.

Nel bulk liquido (trasporto di petrolio e derivati) i noli sono scesi per l'eccesso di offerta di stiva, mentre sono fortemente aumentati nel bulk solido (trasporto di minerali e granaglie) e nel comparto general cargo a causa della maggiore domanda di materie prime e beni intermedi legata alla ripresa economica mondiale mentre sono rimasti stabili i costi nel comparto ro-ro (trasporto di veicoli stradali). 

Secondo Banca d'Italia, nel settore aereo i noli sono rimasti sui livelli storicamente elevati dell'anno precedente per la ridotta offerta di voli di linea, le cui stive sono utilizzate per il trasporto mercantile. Altra musica per quanto riguarda i trasporti terrestri: qui l'aumento dei costi medi ha riguardato soprattutto il comparto stradale, in relazione alla crescita dei prezzi del carburante. 

Il forte incremento dei noli ha determinato un sensibile peggioramento del deficit dei trasporti mercantili nella bilancia dei pagamenti dell'Italia, passata a -10,9 miliardi di Euro da -6,8 miliardi del 2020, tutto concentrato nel comparto navale. 

Nel settore Ro-Ro la quota più elevata, anche se in calo, è appannaggio degli armatori italiani, i quali detengono quote significative nei trasporti bulk liquidi e in quelli general cargo, a fronte di posizioni marginali nel settore container e in quello dei bulk solidi. La quota di mercato media complessiva dei vettori italiani è scesa rispetto all'anno precedente passando al 14,4% dal 15,7%.

Nel settore marittimo ha segnato un punto di minimo (11,6%): la riduzione delle quote nel ro-ro e nel general cargo ha più che controbilanciato i contenuti incrementi nei settori bulk e nel container. Nel trasporto stradale il peso dei vettori italiani è risalito al 22,5% dopo il minimo toccato nel 2020; nel comparto aereo la quota è ulteriormente scesa (14,3%), in relazione alle continue difficoltà del principale vettore italiano.

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