Sono tempi difficili per tutti, anche per le moto. Appare infatti all'orizzonte una nuova minaccia, contenuta nell’art. 31 del disegno di legge sulla concorrenza. L'articolo estende anche alle imprese assicuratrici con sede legale all’estero il sistema del risarcimento diretto, noto come Card. Una misura che, se confermata, potrebbe portare all'aumento dell'rc moto anche oltre l'80%.
Facciamo un passo indietro per capire meglio cosa succede. Il Card è un meccanismo di gestione dei sinistri stradali introdotto nel nostro ordinamento nel 2007: prevede che in caso di incidente il danneggiato venga risarcito dalla propria compagnia assicuratrice che verrà rimborsata dalla compagnia del responsabile del sinistro. Il vulnus di questo meccanismo sta nei rimborsi a forfait. Perché il rimborso che la compagnia del danneggiato riceve da quella del responsabile del sinistro, non corrisponde necessariamente all’importo che la prima ha corrisposto al proprio cliente: è, appunto, un forfait fisso calcolato sulla base di alcuni parametri.
Questo comporta dei seri problemi per gli assicurati, soprattutto per le due ruote: secondo uno studio commissionato da Ancma all’università Luiss nel 2016 e aggiornato nel 2022, l’assicurazione di un motociclista che subisce un incidente riceve, in media, un rimborso a forfait di importo inferiore al risarcimento corrisposto al proprio assicurato. In soldoni, la compagnia che assicura il motociclista lavorerebbe in perdita se non ribaltasse i maggiori oneri sulla polizza del suo cliente, aumentandogli il premio.
A questo punto possiamo tornare all'articolo 31 del ddl Concorrenza: se viene approvato, come dicevamo, gli impatti per i motociclisti saranno pesanti, con aumenti medi del premio che potrebbero aggirarsi intorno all’80% o anche di più, in alcuni contesti territoriali.
Per questo Confindustria Ancma, audita dalla Commissione Industria del Senato, dall’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato, ha avviato un serrato confronto con l’Ivass, l’istituto di vigilanza delle assicurazioni, e con il ministero dello Sviluppo economico. Serve, sostiene Ancma, una modifica all’art. 31 per salvaguardare i tanti motociclisti che hanno scelto di assicurarsi al di fuori del Card. In prospettiva, sostiene l'associazione, occorre una riforma dell’intero sistema per eliminare alla radice le distorsioni che danneggiano il nostro settore.