È oggi il grande giorno della diga di Genova. O , meglio, si spera che lo sia, visto che ancora nessuna notizia trapela dalla roccaforte di Palazzo San Giorgio. L'Adsp del mar Ligure Occidentale e le imprese che vogliono mettere le mani sull'operazione, d'altra parte, sono chiamate a un compito gravoso e molti intrecciano le dita che siano in grado di sopportare l'incombenza. Scade oggi 30 giugno, infatti, il termine ultimo per presentare le offerte per l'appalto integrato da oltre 900 milioni di Euro destinato a realizzare la Fase 1 della nuova diga foranea.
Nulla si sa, dicevamo, circa le presentazioni delle offerte che, tutti sperano, siano effettivamente pervenute e vagliate dall'Adsp. Dalla scadenza di oggi, infatti, dipende il futuro non solo dell'opera genovese ma a cui è agganciata una parte dei lavori marittimi previsti nel Pnrr. Come abbiamo anticipato alcuni giorni fa (Meno dieci, stringono i tempi per la Diga di Genova) infatti la data è parecchio attenzionata da Palazzo San Giorgio ma anche dal ministero delle Infrastrutture e mobilità sostenibili e da altri 14 porti italiani. La diga del porto di Genova, infatti, rientra nell'intervento C7 del Pnc, il Piano nazionale per gli investimenti complementari al Pnrr del valore di 1,47 miliardi di Euro.
Se salta questa prima opera non potranno essere messi a gara gli altri interventi previsti dal capitolato: non arriveranno, cioè, i soldi nemmeno per la diga di Vado Ligure, quella di Napoli e i dragaggi a Ravenna.
Qualche giorno fa, il presidente dell'Adsp del Porto di Genova, Paolo Emilio SIgnorini ha dichiarato ai microfoni di Mlbilità.news: "Siamo ragionevolmente ottimisti. Sappiamo che le lamentele delle imprese nascono da preoccupazioni vere non da uno scontro fra chi ha toro o ragione. Penso che il bando lo abbiamo fatto bene -sottolinea Signorini-. Penso che il Governo e il parlamento abbiano approvato garanzie importanti per le imprese. Confidiamo di ricevere comunque le offerte".
Secondo indiscrezioni riportate dal Secolo XIX, in pista per la diga di Genova ci sarebbero almeno due cordate: una di Cassa depositi e prestiti, con all'interno Fincantieri (partecipata al 71% da Cdp), WeBuild (Cdp al16%) e Fincosit e Sidra. L'altra cordata vede protagonisti Eteria (consorzio Gavio-Caltagirone), Rcm e il colosso spagnolo Acciona.