Non accenna a fermarsi la polemica intorno alla decisione Ue di stoppare la vendita di auto diesel e benzina entro il 2035. Questa volta a scagliarsi contro la Commissione è il presidente di Confindustria Carlo Bonomi che, nel corso del suo intervento all'assemblea dei soci di Ucimu, ha criticato pesantemente la decisione.

"Chi fa questi annunci non ha mai lavorato un giorno in azienda -sottolinea Bonomi-. Non sanno quali sono le implicazioni nella vita reale e nelle imprese. Nell'automotive italiano vuol dire spiazzare 500 imprese con 70 mila lavoratori diretti".

"Servirebbe l'onestà intellettuale di dire che 70 mila persone perderanno il posto di lavoro, ma anche di dire come accompagnarle e con quali strumenti -aggiunge il presidente di Confindustria-. Non si può pensare di lasciare 500 imprese in balia senza dire che cosa fare". 

"Bisogna metterci tanti soldi nelle transizioni se vogliamo raggiungere obiettivi ambiziosi in poco tempo -tuona il numero uno dell'assocaione degli industriali itraliani-. Non dimentichiamo che viviamo in una economia globale. In Cina hanno 12 nuove centrali a carbone: noi facciamo danni alla nostra industria senza guardare a ciò che succede fuori dai nostri confini", conclude Bonomi.