Al confine italo/sloveno di Fernetti (Trieste), in “entrata Stato” un controllo di routine si è trasformato in un addebito di ben 5200 Euro per un cittadino straniero, autista di autofurgone. È successo nella giornata di sabato primo ottobre. Una pattuglia della polizia in borghese ha fermato l’uomo per normali accertamenti, scoprendo che a suo carico pendeva una segnalazione per reato di insolvenza fraudolenta ai danni della società Autostrade per l’Italia. Negli ultimi due mesi del 2021 questi non ha pagato ben 65 pedaggi in tutta Italia, per una somma appunto di 5200 Euro.
L’uomo è stato informato dalla polizia delle conseguenze penali a suo carico e ha chiesto di estinguere il debito. Sono intervenuti gli agenti del Servizio di esazione della Società Autostrade per l’Italia per ricevere la somma. Una storia conclusa senza eccessivi danni anche se la Questura di Trieste sottolinea come siano frequenti le denunce di mancati pagamenti, in particolare di insolvenze seriali e reiterate.
Come stabilisce il codice penale all’articolo 641, la pena per insolvenza fraudolenta consiste nella reclusione fino a due anni o nel pagamento di una multa ulteriore rispetto al debito da saldare. Al riguardo si è espressa anche la Corte di cassazione, definendo i contorni del reato con la sentenza n. 38467/2018: chi entra in autostrada sa che sta usufruendo di un servizio per cui è richiesto un pagamento. L’intento fraudolento consiste nella volontà di non pagare il pedaggio, entrando ed uscendo dal casello senza adempiere al proprio obbligo.