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Roma: incroci pericolosi e sfide della mobilità urbana

Rivoluzione necessaria per quella sostenibile

L'ultimo rapporto diffuso da Legambiente, soprannominato "Città 2030", getta luce su una realtà allarmante che affligge la Capitale: un frequente tasso di incidenti stradali e un notevole divario di accessibilità ai servizi essenziali dovuto ad un'insufficiente copertura del trasporto pubblico. La situazione descritta evidenzia come, solo nell'arco dell'ultimo anno, a Roma si sono verificati circa 8000 incidenti stradali, equivalenti a tre ogni ora, culminati in 193 vittime. Questo scenario drammatico viene associato da Legambiente ad una condizione definita "di guerra".

Parallelamente, emerge una criticità legata alla cosiddetta "povertà della mobilità". L'osservatorio congiunto di Legambiente ed Ipsos, attraverso un'indagine condotta su 3000 cittadini romani lo scorso ottobre, ha rilevato che una quota significativa del campione intervistato ha dovuto rinunciare a servizi fondamentali a causa di problematiche legate alla mobilità. Nello specifico, il 19% ha citato l'impossibilità di accedere a cure mediche, il 18% ha dovuto desistere da opportunità formative ed il 29% da offerte lavorative, principalmente a causa delle lunghe durate degli spostamenti necessari.

Alla luce di tali constatazioni, Legambiente, guidato nella Regione Lazio da Roberto Scacchi, sollecita un potenziamento del trasporto pubblico, sottolineando in particolare l'importanza dello sviluppo delle infrastrutture tramviarie, come il progetto della linea Termini-Vaticano-Aurelio. Ciò fa parte di un più ampio obiettivo di sostenibilità, che include la riduzione del numero di automobili e l'aumento dei percorsi ciclopedonali, oltre a target ambiziosi di diminuzione degli inquinanti atmosferici, in linea con i traguardi fissati per il 2030. Ad oggi, soltanto il 35% del parco trasporti pubblici della città è elettrificato, una quota che va incrementata per contrastare efficacemente il cambiamento climatico. La strada verso questi obiettivi appare ancora lunga e tortuosa, con soli sei anni a disposizione per colmare le attuali lacune.

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