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Evoluzione e sfide future del porto di Venezia tra politica ed infrastrutture

Complesse dinamiche nei prossimi anni allo scalo lagunare

Il mandato di Fulvio Lino Di Blasio come presidente del porto scade a maggio del prossimo anno, mentre il suo incarico di commissario straordinario è valido fino al 31 dicembre 2026, con possibilità di proroga fino a dicembre 2027, se sussistono determinate condizioni. Sebbene le scadenze possano sembrare lontane, le manovre politiche e burocratiche sono già in corso, coinvolgendo sia la questione crocieristica che il rinnovo delle concessioni dei terminal commerciali (attualmente tutti gestiti da entità straniere) e la costruzione del terminal container MonteSyndial.

La nomina del nuovo presidente dell'Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico settentrionale (Adsp Mas) o la conferma di Di Blasio dipendono in gran parte dal Governo centrale, con il coinvolgimento delle istituzioni locali come la Regione Veneto ed il Comune di Venezia. Il governatore del Veneto deve approvare la nomina, mentre il sindaco di Venezia, spesso in contrasto con i vertici portuali per la gestione delle aree di confine tra città e porto, ha il suo ruolo influente.

Gli operatori portuali, riuniti nella Venezia Port Community (Vpc) e presieduti da Alessandro Becce dal luglio 2022, sono una parte interessata e complessa, con interessi talvolta divergenti tra il settore delle merci e delle crociere. La costruzione di un nuovo terminal crocieristico nel canale Nord è una questione controversa, data la potenziale interferenza con cinque terminal esistenti ed una procedura percepita come poco trasparente.

In parallelo, il decreto 103 del Governo Draghi del luglio 2021, che ha vietato il passaggio delle grandi navi nel bacino di San Marco, ha avuto un impatto significativo, portando alla necessità di accelerare i tempi per nuovi progetti portuali. La crisi ha colpito anche l'aeroporto "Marco Polo", riducendo drasticamente il traffico di passeggeri.

Infine, le concessioni vedono una divisione tra chi le ha già rinnovate, rispettando le normative europee, e chi spera di ottenerle senza gara e piani d'investimento concreti. In questo scenario complesso, resta da vedere se Di Blasio verrà confermato presidente e se continuerà il suo ruolo di commissario straordinario in caso di nomina di un nuovo presidente.

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