Bosch, azienda tedesca produttrice di componenti per auto, ha annunciato il taglio di 13.000 posti di lavoro nella divisione mobilità (su 418 mila dipendenti totali), misura necessaria secondo la società per far fronte ai costi elevati e al mercato stagnante. Al momento il divario di costi annuale infatti è di 2,5 miliardi di Euro. I licenziamenti sono previsti con tempistiche variabili fino alla fine del 2030 e riguarderanno soprattutto gli stabilimenti tedeschi. Allo stesso tempo avverrà anche la riduzione dei costi dei materiali e operativi, degli investimenti in strutture ed edifici e la semplificazione della logistica e delle catene di approvvigionamento. "Dobbiamo lavorare urgentemente sulla nostra competitività nel settore della mobilità e continuare a ridurre in modo permanente i nostri costi" ha affermato il componente del cda e direttore delle relazioni industriali Stefan Grosch.
Per Bosch la situazione risulta pesante nonostante la conferma del presidente americano Donald Trump dei dazi al 15% invece che al 25% sulle componenti per auto (vedi Mobilità.news). Le tariffe gravano comunque sulla società, secondo la quale l'Unione europea dovrebbe impegnarsi ulteriormente per migliorare l'accordo con gli Stati Uniti.
In un contesto di difficoltà economica, negli ultimi tempi diverse aziende del settore automobilistico hanno annunciato licenziamenti nell'ordine delle migliaia. Tra queste, Daimrler Truck (2000 tagli in Stati Uniti e Messico e 5000 precedentemente annunciati in Germania), Stellantis (2500 tagli in Italia), Volkswagen (7000 tagli in Germania) e Volvo Cars (3000 tagli).