L'ammiraglio italiano e presidente del comitato militare Nato Giuseppe Cavo Dragone è intervenuto durante "Seafuture", fiera internazionale che si tiene a La Spezia e che promuove tecnologie e innovazioni nel settore marittimo, della difesa e dual-use. "Le tecnologie distruttive emergenti stanno ridisegnando lo scenario della difesa delle infrastrutture critiche -ha affermato-. Il mondo sommerso non è solo un teatro militare ma strategico per tanti comparti diversi dal traffico internet all'energia. Negli scorsi cinque anni sono stai registrati più di cento incidenti, non tutti casuali".
"Intelligenza artificiale e droni marini sono campi in cui la Nato sta investendo. Non possiamo rimanere prigionieri dei nostri schemi, dobbiamo approcciare alla materia con creatività. Bisogna spostarsi da piattaforme singole a reti di maritime awareness condivise e scambio di dati" ha spiegato Cavo Dragone. "I nostri competitor -ha continuato- non sono fermi: la Russia espande il proprio parco sottomarini e porta avanti il progetto del veicolo senza pilota Poseidon, la Cina vuole creare la più grande marina del mondo e investe nella sorveglianza sottomarina, Corea del Nord e Iran sviluppano le loro tecnologie a loro volta. È una competizione che non ci possiamo permettere di perdere, ma che non si vince da soli. Serve collaborazione a livello europeo, senza poter fare a meno del legame transatlantico. Tutto questo mentre sono tante le domande che rimangono aperte. A chi appartengono i fondali marini e chi deve proteggerli? Come si garantisce la conservazione ambientale mentre cresce la sua militarizzazione del mondo sottomarino? Come fare in modo che i droni operino sempre sotto controllo umano? Come prepariamo la nostra società a una realtà in cui il prossimo attacco critico potrebbe arrivare da sotto il mare e non dal cielo?".