Da oggi il Belgio entra in una fase di mobilitazione sindacale che durerà tre giorni: le organizzazioni del lavoro hanno proclamato una serrata progressiva per opporsi ai risparmi di spesa ed alle modifiche al quadro normativo del lavoro proposte dal governo. La prima giornata interessa principalmente il trasporto: la compagnia ferroviaria nazionale Sncb ha annunciato un piano di circolazione ridotto con una disponibilità mediamente di due treni su tre e frequenze ulteriormente contenute (uno su tre) su alcune direttrici. Diverse corse Eurostar in partenza ed arrivo a Bruxelles sono state eliminate, con impatti significativi sul traffico internazionale e sugli snodi di interscambio.
Il servizio urbano e regionale subirà ritardi e cancellazioni, con possibili ripercussioni sulla logistica e sui pendolari.
Domani alla mobilitazione si aggiungeranno i servizi pubblici: scuole, asili nido e parti del sistema sanitario entreranno nello sciopero, complicando l’erogazione delle prestazioni essenziali e la pianificazione operativa degli enti locali.
Mercoledì è previsto uno sciopero generale che coprirà l’intero tessuto produttivo: in quella giornata i due principali scali aeroportuali —Brussels Airport (Zaventem) e Charleroi— non avranno voli operativi programmati, determinando uno stop quasi totale al traffico aereo commerciale.
I principali sindacati contestano il pacchetto di misure voluto dal primo ministro Bart De Wever, al governo da febbraio, che punta a ridurre il debito pubblico tramite riforme strutturali: liberalizzazione del mercato del lavoro, revisione dei sussidi di disoccupazione e riforma pensionistica. Il Belgio figura tra i Paesi europei con livelli elevati di indebitamento, in compagnia di Grecia, Italia e Francia, fattore che alimenta il confronto politico e sociale in corso.