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Strada dei Parchi minaccia di andarsene (ma vuole i soldi)

La società dei Toto copia Benetton: con lo stop al Pef lascia la concessione ma vuole la buonuscita (2,4 mld)

Strada dei Parchi firma la resa, ma bussa anche a denari. Tanti. Dopo avere più volte minacciato l'esecutivo e gli automobilisti che era in atto una politica tesa rincari vertiginosi dei pedaggi autostradali della A24 e della A25, adesso la concessionaria si tira indietro. Non avendo ricevuto risposta da parte del Governo, almeno così pare, alle reiterate richieste di mettere mano a investimenti pubblici per risanare la situazione, adeso la società del gruppo Toto annuncia una sorta di resa. Che costerebbe cara, però.

Motivi e ragioni stanno tutte in una lettera che la società ha invito nei giorni scorsi al Governo. Oggetto: la cessazione anticipata del contratto di gestione stipulato nel 2000, dopo la fine della gestione pubblica di Anas, e in scadenza del 2030. In calce, la richiesta di un indennizzo da 2,4 miliardi di Euro.

"Non si poteva che prendere atto di una situazione che va avanti dal 2012 -scrivono i vertici di Strada dei Parchi nella missiva inviata al Governo-. C'era necessità di uscire da uno stallo, denunciato più volte nel corso di questi anni, su questioni importanti che richiamano responsabilità ed obblighi precisi: prima tra tutti la messa in sicurezza sismica di ponti di viadotti, l'incolumità degli automobilisti alla luce delle giornaliere invasioni della fauna selvatica in autostrada e la questione delle tariffe".

Messa così sembra perfino un cosa sensata: il Governo non ci asseconda, noi ce ne andiamo. In realtà le carte in tavola sono diverse. Strada dei Parchi chiede da tempo che le vengano stanziati 6,5 miliardi di Euro pubblici (cioè nostri, anche se la società è privata chiamata a gestire un bene pubblico) in modo che possa far partire gli interventi per la sicurezza delle infrastrutture previste dal 2012. I soldi dovevano essere contenuti nel Pef, il Piano economico finanziario, ma tutto è stato bloccato.

Ed ecco, allora, la goccia che ha fatto traboccare il vaso: la recente bocciatura, da parte del Cipess, dell'ultima bozza del Piano economico e finanziario, non rinnovato dal 2013. Il Cipess, il Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica, infatti, ha stoppato il Pef proprio in materia di messa in sicurezza dei 280 km della rete autostradale abruzzese. Apriti cielo. Strada dei Parchi non ci sta a subire lo smacco di un ennesimo rifiuto dei soldi allegati al Pef, "nella versione cosiddetta a zero investimenti voluta dal Governo che l'ha imposta con una decisione proceduralmente discutibile al commissario governativo per il Pef Fiorentino il quale la aveva presentata al Cipess. In questo mondo non si può pianificare la gestione di un'infrastruttura così importante e così complessa", concludono fonti legate della concessionaria.

Lo stop ha scatenato l'ennesima reazione della società del gruppo Toto il cui management, dopo la minaccia dei rincari del 34,5% che dovevano scattare a luglio prossimo Sospesi i rincari delle autostrade abruzzesi) adesso minaccia di andarsene vi sbattendo la porta. Attenzione, non è che se ne va così, a nulla pretendere. No, il gruppo Toto se ne va sbattendo la porta e, forse per questo, chiede anche l'indennizzo, o buona uscita, chiamatela come volete: un bel 2,4 miliardi di Euro.

Vi ricorda qualcosa, questa storia? A noi, cattivi pensatori, richiama i Benetton e l'incasso ottenuto sulla pelle delle vittime del ponte Morandi. Ma probabilmente simo solo gente che paga e, dunque, pensa male. Piccola appendice: Strada dei Parchi, nei mesi scorsi, aveva già ricevuto dal governo un'istanza (non ufficiale) di revoca anticipata della concessione in un quadro complessivo di indirizzo teso a tornare alla gestione pubblica delle autostrade nazionali. Anche questo port a pensare male, ovvero che la società stia tentando di uscire da questa situazione con almeno qualche soldo in tasca. Ma così torniamo alla partenza, ossia ai Benetton del ponte Morandi.

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