Tra gli emendamenti al decreto legge Aiuti segnalati ce ne sono due che alimentano la polemica politica: uno prevede l'istituzione di un fondo da 100 milioni di Euro per aiutare le compagnie marittime, e un altro che prevede la proroga di un anno delle concessionari portuali. Entrambe soluzioni contro l'inflazione dilagante.
La prima proposta è sponsorizzata dal M5S e da Forza Italia, ma ha il sostegno del Partito democratico, di Lega, Articolo Uno e Italia Viva. Se superasse positivamente il vaglio parlamentare, gli armatori potrebbero ricevere un sostegno economico fino a 400 mila Euro cadauno nel 2022, per compensare gli "effetti economici negativi, diretti e indiretti" della guerra russo-ucraina, compresi i "costi delle assicurazioni" e gli "aumenti dei prezzi dei carburanti navali". Tra i requisiti c'è solo l'essere una società italiana o avere una stabile organizzazione nel Belpaese.
La seconda proposta è sponsorizzata da Fratelli d’Italia, ma sostenuta anche da Lega e Partito democratico. Essa prevede che, a causa degli effetti economici della guerra, a tutti gli operatori portuali venga prorogata la concessione per un anno, a prescindere dalla situazione finanziaria dell'azienda. Quelle che possono dimostrare un calo di fatturato di almeno il 20% sul 2019 potrebbero disporre pure di una riduzione dei canoni di locazione. Se la proposta fosse autorizzata, sarebbe il terzo aiuto consecutivo agli armatori negli ultimi tre anni.