L'ufficio antitrust del dipartimento di giustizia degli Statui Uniti ha bloccato l'acquisizione della società Mci, aziende produttrice di container controllata dal gruppo danese Moeller-Maersk, che sarebbe dovuta finire in mano alla rivale cinese Cimc, il più grosso costruttore di container al mondo. Un affare da 987,3 milioni di dollari il cui blocco testimonia le tensioni crescenti tra Washington e Pechino.
La compravendita "avrebbe nei fatti determinato la fusione tra due dei quattro maggiori produttori mondiali di container e concentrato il 90% della produzione di questi nelle mani di società dello Stato cinese o comunque ad esso collegate", spiega il vice-procuratore Johnatan Kanter.
"L'acquisizione di Mci da parte di Cimc -prosegue- rischia, su aspetti così delicati della nostra economia, di portare a prezzi più alti, meno qualità, meno resilienza della catena logistica globale. Avrebbe consolidato la posizione già dominate di Cimc. Avrebbe cancellato Mci nella sua qualità di concorrente innovativo ed indipendente. Senza dimenticare che l'operazione avrebbe ulteriormente rafforzato il rischio di concerto tra un ristretto gruppo di operatori, la maggior parte dei quali già condivide proprietà e strategie comuni".
La compravendita avrebbe consentito al Dragone di ottenere le tecnologie danesi necessarie ad affermarsi nel settore del trasporto refrigerato di alimenti e medicine, come dichiarato dall'amministratore delegato di Cimc, Mai Bo hang. La decisione è conseguente alle nuove regole sulla concorrenza introdotte in primavera negli Stati Uniti e va letta come una misura attraverso cui Washington cerca di smarcarsi dalla dipendenza delle compagnie europee ed asiatiche nel settore della logistica marittima.