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Crisi porti italiani: come si riparte?

Inflazione, consumi ridotti ed incertezza economica: gli ingredienti del declino

C'è crisi nell'economia mondiale, i cittadini stanno riducendo i consumi ed a testimoniarlo sono anche i dati sui viaggi delle navi portacontainer: negli ultimi mesi sono state annullate ben 61 tratte dall'Asia verso gli Stati Uniti. Secondo Jonathan Roach, analista di una primaria società di consulenza dell'industria marittima: "I prezzi di trasporto dei container si stanno ridimensionando dopo che gli effetti della pandemia li avevano spinti su livelli massimi. Sono diversi i fattori in gioco, ma il principale è rappresentato dall'economia globale che attraversa una fase di incertezza e rallentamento".

La crisi investe anche l'Italia. L'ad dell'azienda di trasporti e logistica di Bolzano Hannes Baumgartner dichiara che "Da molti anni il numero dei container di tutti i nostri porti non supera la soglia di 10 milioni di unità. In soli otto anni tre scali -Algeciras, Valencia e Pireo- hanno raggiunto un valore globale di 15 milioni di container e continuano a crescere, incrinando anno dopo anno quanto offerto dalle portualità italiane. Ma questa chiara ed inequivocabile stasi della nostra offerta portuale, legata alla sola capacità di quattro porti -Gioia Tauro, Livorno, Genova e Trieste- rischia, anno dopo anno, di ridimensionarsi e restare ferma a soglie di movimentazione stabili. Infatti non compaiono proposte organiche avanzate da alcune realtà congeniali alle attività di transhipment come quelle di Cagliari, Augusta e Taranto". 

Una proposta arriva dal giornalista Ercole Incalza, che in un articolo sul "Quotidiano del sud" suggerisce di unire le realtà portuali piccole e frammentate, e dare vita a cinque SpA, così suddivise: una per Savona, Genova, La Spezia e Livorno, una per Ravenna, Venezia e Trieste, una per Civitavecchia, Napoli, Salerno, Gioia Tauro e Reggio Calabria, una per Bari Brindisi e Taranto, una per Messina, Catania, Augusta, Gela e Palermo. Così ci sarebbe più interconnessione, anche grazie a realtà intermodali ed alla connessione con Ferrovie dello Stato, Enel, Eni, ed autosufficienza economica: si potrebbero reinvestire i proventi dell'Iva in manutenzione e potenziamento delle strutture.

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