Cresce sempre di più la lista di spasimanti tra i fondi di investimento interessati ad Italo: l'azienda di trasporti ferroviari era stata acquisita per 2 miliardi di Euro nel febbraio 2018 dal fondo statunitense Gip (Global Infrastructure Partners), ma già diversi istituti di intermediazione finanziaria hanno messo gli occhi sul colosso italiano: i canadesi di Brookfield Business Partner, gli svedesi di Eqt, gli americani di Kkr infrastructure, gli olandesi di Apg e Blackrock, e persino Msc, interessata ad allargarne le attività al settore merci. Il riferimento mondiale dei trasporti marittimi, peraltro, aveva nei mesi scorsi già investito nel settore aereo, lanciando una propria compagnia destinata al settore merci. Dopo mare e aria, sembra che la compagnia fondata da Gianluigi Aponte stia pensando di espandersi anche via terra, monitorando attentamente la situazione e studiando la possibilità di creare un "continuation fund" partecipato al 50%. Attualmente, le azioni di Italo sono gestite per il 71.6% dal fondo made in Usa, mentre il 7% è nelle mani di diversi investitori tra i quali figurano Montezemolo, Cattaneo, Punzo, Seragnoli e Bombassei.
Proprio Montezemolo e soci crearono la compagnia privata di treni ad Alta Velocità nel 2006 con la volontà di competere con i ""Frecciarossa" di Trenitalia, in vista della liberalizzazione del settore ferroviario voluta dall’Unione europea. Italo iniziò ufficialmente la sua avventura il 28 aprile 2012, quando il primo treno rosso amaranto partì dalla stazione di Napoli-Centrale alla volta di Milano. All'inizio i convogli messi a disposizione erano 25 treni Agv fabbricati dalla multinazionale di matrice francese Alstom, oggi sono ben 51 ed in questi anni, attraverso una costante crescita, sono stati raggiunti diversi importanti traguardi: più di 100 milioni di viaggiatori trasportati, una rete che oggi vanta 53 stazioni di 48 città, 116 collegamenti al giorno ed una squadra di oltre 1400 dipendenti.
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