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Salute e sicurezza sul lavoro. "Cambiamento culturale necessario"

"In cui ognuno deve fare la sua parte", dichiara Pellecchia (Fit-Cisl)

"Occorre promuovere e diffondere una nuova e solida cultura della sicurezza che deve responsabilizzare tutti gli attori: Istituzioni, organi ispettivi, datori di lavoro, sindacati, lavoratrici e lavoratori”: è quanto dichiara in una nota il segretario generale Fit-Cisl, Salvatore Pellecchia, a margine della partecipazione alla seconda giornata del "Festival salute e sicurezza sul lavoro", organizzato dalla Fondazione Rubes Triva a Pesaro, che affronta il tema centrale di politiche di prevenzione e tutela della persona che lavora.

“La sicurezza non è un costo, né tantomeno un lusso ma un investimento doveroso ed imprescindibile cui corrisponde un diritto inalienabile di ogni persona: il diritto alla salute. Per questo è indispensabile condividere una strategia nazionale che impegni Governo, Enti e parti sociali sul tema della salute e sicurezza sul lavoro. Da ciò –sottolinea- deriva la necessità di più controlli, più ispezioni e più ispettori sul territorio, più poteri ai delegati della sicurezza, più risorse ed interventi concreti, banche dati incrociate, rating sociale per le imprese e incentivi che premino le realtà virtuose. Cruciale, da questo puto di vista, un forte investimento sulla prevenzione e sulla formazione, prevedendo di destinare almeno quattro ore di formazione retribuite al mese al tema della sicurezza sul lavoro da sancire nei contratti collettivi nazionali di lavoro e da somministrare sistematicamente a ciascuna/ciascun lavoratrice/lavoratore”.

Spiega ancora il segretario generale Fit-Cisl: “Stesso discorso va fatto a proposito delle aggressioni al personale di front line, fenomeno che nel mondo dei trasporti, sebbene negli anni si sia lavorato per ottenere gli attuali elevati standard di sicurezza, non accenna a diminuire. Si tratta di un tema su cui tutti devono fare la propria parte, a partire dalle Istituzioni sia a livello locale che nazionale, nessuno escluso”.

“In tema di misure anti aggressioni non siamo all’anno zero, ma proprio per rafforzare le azioni di prevenzione, bisogna rendere operative le misure indicate nei due protocolli per la sicurezza nel trasporto ferroviario e nel Tpl, sottoscritti nel 2022 dal ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, dal ministero dell'Interno e condiviso con Conferenza delle Regioni, Anci, le associazioni datoriali Agens, Anav, Asstra ed i sindacati. Queste intese, che bisogna replicare anche in altri ambiti a partire dal trasporto aereo, prevedono una maggior interazione tra istituzioni, aziende, lavoratori e forze di polizia, attività di monitoraggio e controllo attraverso la creazione di un Osservatorio ad hoc ed estensione delle best practices in materia di sicurezza e protezione dei lavoratori. Si tratta di strumenti che vanno adottati nell’immediato” conclude il sindacalista. 

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