Stellantis ha deciso di trasferire temporaneamente circa un centinaio di operai dello stabilimento di Pomigliano d'Arco a Kragujevac, Serbia, dove affiancare i lavoratori nella produzione della nuova Fiat Grande Panda. Giorni fa la casa automobilistica inoltre aveva fatto emergere la volontà di prorogare il contratto di solidarietà per 3750 operai dell'impianto campano. Situazione simile anche per i lavoratori di Mirafiori. la produzione è stata spostata da Stellantis in Serbia anche perché il governo serbo aveva messo a disposizione investimenti pubblici per produrre veicoli elettrici convertendo l'impianto; risulterebbe però al momento difficile trovare lavoratori nel Paese perché la casa automobilistica offrirebbe stipendi troppo bassi (vedi Mobilità.news).
Ai lavoratori sarebbe stato offerto uno stipendio pieno, una diaria giornaliera di circa 70 Euro per vitto e alloggio, spese coperte per i primi 15 giorni e rientro in Italia ogni 40-45 giorni a carico della società. Dall'inizio dell'anno la stessa proposta ha riguardato anche i lavoratori di Melfi, Modena, Cassino e Termoli.
La misura però non è stata accolta con favore: la Fim Cisl di Napoli ha espresso il proprio "giudizio negativo" ritenendo la decisione "un errore industriale e strategico". Secondo i sindacalisti Trapani e Guarino, le professionalità nel settore automotive in Serbia "sono ancora in fase di consolidamento e soprattutto sono difficili da individuare" e "cercare di colmare il divario chiedendo trasferte ai nostri lavoratori, è una scelta che mortifica le competenze italiane e svuota di significato il concetto stesso di investimento industriale responsabile. Inoltre i rappresentanti sindacali hanno fatto notare che "i lavoratori in Italia operano in regime di solidarietà solo pochi giorni a settimana: una scelta miope che tradisce la storia industriale di Pomigliano e nega il giusto riconoscimento a chi ha contribuito al successo della Fiat Panda". Al governo, al ministero delle Imprese e del Made in Italy, alla Regione Campania e alle istituzioni compenti chiedono "di intervenire con urgenza, assumendo una posizione chiara e decisa contro la delocalizzazione selvaggia, che rischia di svuotare il futuro dell'industria automobilistica italiana" e al nuovo amministratore delegato di Stellantis Antonio Filosa di "anticipare la produzione dei modelli previsti per il 2028, perché attendere altri tre anni è insostenibile e mette a rischio la tenuta industriale e occupazionale del sito". Anche il sindacato Uilm ha commentato la vicenda: "Diamo lavoro alle fabbriche ferme in Italia, non chiediamo agli operai italiani di andare a produrre altrove".