Stellantis proroga il contratto di solidarietà anche per 3750 operai dello stabilimento di Pomigliano d'Arco. Secondo il patto preliminare tra azienda e sindacati -pre-accordo propedeutico a quello definitivo-, fino al 7 settembre 2026 i lavoratori vedranno una riduzione media dell'orario di lavoro del 75%. È previsto anche un incontro con la Regione Campania per discutere un sostegno al reddito e la partecipazione dei lavoratori a percorsi formativi. La notizia arriva dopo che già all'impianto di Termoli era accaduto lo stesso, con estensione della solidarietà fino al 31 agosto 2026 per 2000 lavoratori.
La Fim ha però sottolineato che la solidarietà può essere considerata uno strumento di difesa, ma non una soluzione strutturale: necessario quindi un piano industriale chiaro che sia in grado di affrontare le difficoltà della società legate al rallentamento delle vendite e all'incertezza dell'intero settore automotive. A luglio infatti la casa automobilistica ha visto un calo delle vendite dell'1,1% (151.391 auto immatricolate) rispetto allo stesso mese dell'anno precedente e la quota di mercato è scesa dal 14,9% al 13,9%. Nei primi sette mesi dell'anno inoltre le vendite sono diminuite dell'8,1% rispetto allo stesso periodo del 2024 (1.192.746 immatricolazioni quest'anno) e la quota di mercato è passata dal 16,4% al 15,1%.
Tra le strategie di Stellantis per risollevarsi, la delocalizzazione della produzione e l'assunzione di manodopera a basso costo: la società infatti intende produrre Fiat Grande Panda presso lo stabilimento di Kragujevac, Serbia. Questa scelta però sta facendo discutere. Lo ex leader sindacale e presidente dell'associazione Nova svetlost Jugoslav Ristić infatti ha dichiarato: "Per stipendi poco sopra i 70.000 dinari al mese (circa 600 Euro), la gente non è interessata: non ci si vive. Solo chi fa straordinari e lavora tutti i sabati può arrivare a 90.000 (meno di 800 Euro), ma sempre restando sotto la soglia della dignità". Mentre in Serbia i livelli di disoccupazione sono alti e in Italia si procede con la proroga del contratto di solidarietà, la soluzione di Stellantis sarebbe quindi quella di assumere circa 800 persone provenienti da Nepal e dal Marocco, manodopera a basso costo che permetterebbe all'azienda di risparmiare.