Cgil e Filt hanno chiesto un rapido superamento dell’impasse che da oltre un anno tiene il porto di Trieste senza una guida stabile. In conferenza stampa i sindacati hanno sollecitato la nomina di un vertice che garantisca competenza tecnica e continuità con il progetto di sviluppo dello scalo: una governance pubblica forte, valorizzazione del lavoro portuale, rispetto rigoroso della salute e sicurezza e una strategia che ponga lo sviluppo manifatturiero al centro della programmazione logistica, ha detto Michele Piga (Cgil Fvg). Secondo Sasa Culev (Filt Cgil Fvg) l’assenza di una direzione chiara ha lasciato il sistema portuale alla deriva, con ricadute sui volumi di traffico, sui livelli di tutela contrattuale e su una crescente confusione tra operatori e competitor, in un contesto europeo in rapida evoluzione. Il rischio è perdita di attrattività e indebolimento della posizione dell’hub nel network intermodale. Stefano Mauro (Cgil Filt Trieste) ha aggiunto che l’incertezza istituzionale pesa sulle imprese: molti accordi integrativi di secondo livello sono scaduti o prossimi alla scadenza, complicando rapporti industriali e produttività. I sindacati hanno poi riferito di uno sciopero programmato per dopodomani che è stato temporaneamente sospeso dopo un confronto con la Piattaforma Logistica; un altro incontro con Gst è previsto per valutare lo stato di una mobilitazione annunciata per domani. Cgil e Filt hanno infine sollecitato un intervento politico non partitico: il presidente della Regione Massimiliano Fedriga e il sindaco Roberto Dipiazza sono chiamati a far sentire la voce istituzionale a Roma per ristabilire governance e stabilità necessarie al rilancio dello scalo.
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