La Campania resta fanalino di coda nel trasporto ferroviario regionale, secondo l’ultimo dossier "Pendolaria" di Legambiente. I numeri fotografano un parco rotabile anziano e sottodimensionato: 266 convogli in servizio, con il 75,2% avente oltre 15 anni ed un’età media pari a 19 anni (contro i 14,7 della media nazionale).
Sul versante finanziario la Regione stanzia risorse minimali: nello scorso bilancio gli investimenti dedicati al servizio ferroviario e materiale rotabile si sono fermati allo 0,36%. La domanda di mobilità mostrava segnali di ripresa nel 2024, con 255.535 viaggiatori quotidiani sui treni regionali (+4,3% rispetto al 2023), ma resta sotto i livelli pre‑pandemici (261.193 nel 2019) e lontana dai picchi del 2009 (422.000).
Per la direttrice di Legambiente Campania, Francesca Ferro, il problema non è solo costruire nuove infrastrutture ma mettere a terra un’offerta di treni adeguata ed affidabile. Tra le criticità più drammatiche il rapporto segnala le ex-linee Circumvesuviane, diventate simbolo di degrado con una perdita di oltre 13 milioni di passeggeri in dieci anni, e la tratta Salerno‑Avellino‑Benevento, descritta come esempio di ritardi ed occasioni mancate. Le promesse di Eav su nuovi mezzi, maggior frequenza e videosorveglianza si scontrano con guasti gravi, incendi e deragliamenti che alimentano sfiducia. Emblema di isolamento è la stazione di Avellino: ricostruita dopo il terremoto del 1980, oggi offre binari vuoti, monitor accesi ed orologi fermi, più simbolo di immobilità che di servizio ferroviario. La fotografia del dossier chiama ad interventi strutturali ed a una governance che metta al centro la sicurezza, la qualità del materiale rotabile ed un piano di offerta coerente con la domanda.